Tornano le elezioni comunali a San Giovanni in Fiore (Cs), che in ipotesi potrebbe essere Linz, Canberra, Leon, Juárez, Zapopan, Reynosa, Tampico o Navojoa, aumentata la popolazione.

Il posto, in Calabria, è paradigma mondiale dell’emigrazione; presente, passata e futura. I dati non ci aiutano, a riguardo, se rapportati alla popolazione residente, che nell’Occidente 2.0 non ha più significato. In simili contesti, una misura dello svuotamento urbano è la salute del commercio al dettaglio, ove prevalgano redditi da impiego pubblico.

Le stesse elezioni ci furono, a San Giovanni in Fiore, nel 2010 e poi nel 2011. Al netto di transfughi e trasformisti, ogni instabilità di governo riflette, in Italia, due elementi: la sostanziale equivalenza delle parti (del giuoco politico) e la totale subordinazione delle medesime al centralismo (romano) dei partiti.

Nello specifico dico d’una città del Sud con un enorme patrimonio di storia, natura, cultura e tradizioni; immersa nella foresta silana, con tre laghi vicini e a 1050 metri sul mare, raggiungibile in 45 minuti d’automobile.

Ciononostante, qui disoccupazione e precarietà raggiungono livelli racord, assieme allo spopolamento, che cresce in silenzio. La storia è soppiantata da una modernità che