Ragioneria e Polizia municipale, contestazioni sulla scelta dei responsabili
La Procura della Corte dei conti della Calabria ha avviato un approfondimento sull’incarico di responsabile della Ragioneria municipale che il Comune di San Giovanni in Fiore conferì l’anno scorso a Emilio Martino, in servizio presso il Comune di San Fili (Cs), a seguito di una discussa procedura selettiva finita sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Cosenza per via di un esposto. La magistratura contabile si starebbe concentrando sul possibile danno erariale provocato dal conferimento di quell’incarico, nell’ipotesi di illegittimità.
di Emiliano Morrone
Nel frattempo, scaduto l’incarico a fine 2017, il Comune sta concludendo la selezione pubblica conseguente a specifico avviso per ricoprire il posto in questione, rimasto vacante. Pare che Martino sia il solo considerato idoneo, dopo la valutazione del locale municipio.
Il consigliere comunale di opposizione, Antonio Lopez, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha presentato ieri un’interrogazione rivolta al sindaco, Giuseppe Belcastro, e all’assessore al Personale, Milena Lopez, chiedendo «in che modo e sulla base di quali norme di legge intendano superate le evidenziate norme impedienti rispetto all’incarico di cui si tratta e all’eventuale prosecuzione del medesimo».
Secondo Lopez, che nella sua interrogazione ha citato l’articolo 1, comma 557, della Legge n. 311/2004 (Legge Finanziaria per l’anno 2005), il Comune di San Giovanni in Fiore non poteva servirsi di Martino, in quanto, stando alla fonte richiamata, i «comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, i consorzi tra enti locali gerenti servizi a rilevanza non industriale, le comunità montane e le unioni di comuni possono servirsi dell’attività lavorativa di dipendenti a tempo pieno di altre amministrazioni locali purché autorizzati dall’amministrazione di provenienza». In sostanza, il ragionamento di Lopez si basa sul fatto che la norma esclude per il Comune di San Giovanni in Fiore, con popolazione superiore ai 5.000 abitanti, la possibilità di ricorrere all’impiego di dipendenti di altre amministrazioni. L’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore è prossima a rispondere che Martino non è dipendente a tempo pieno del Comune di San Fili, ma lì lavora a tempo parziale. Per tutti i Comuni, indipendentemente dalla popolazione, Lopez ha ricordato nella sua interrogazione il divieto, in caso di incarico ad esterno, di effettuazione di attività gestionale, stando al comma 3-bis dell’articolo 90 del D. Lgs. n.267/2000 e successive modificazioni e integrazioni.
Come anticipato, a breve saranno i diretti interessati, Belcastro e Lopez, a chiarire, formalmente e sul piano giuridico, le ragioni della scelta. Dal canto suo, Lopez, che segnalò alla Corte dei conti la vicenda dell’incarico conferito a Martino, ha scritto nell’interrogazione di riservarsi, per il passato e il futuro relativo alla copertura del posto di responsabile della Ragioneria comunale, «di inviare apposito quesito all’Ispettorato della Funzione pubblica, nonché all’Autorità nazionale Anticorruzione» e «alla Procura».
Altra contestazione riguarda la nomina del responsabile della Polizia municipale, che con decreto sindacale del 2 gennaio 2018 è ricaduta (ancora) su Angela Bitonti, la quale, molto prossima al pensionamento, ha la responsabilità per i Tributi e il Commercio. Una nomina obiettata dal sindacato di categoria Csa (di Cosenza) e con un nulla di fatto discussa ieri in municipio, alla presenza del sindaco Belcastro e anche di rappresentanti di altre sigle sindacali. Per il Csa, la nomina di Bitonti è in netto contrasto con la normativa regionale e nazionale, il che trova conferma evidente in diverse pronunce del Consiglio di Stato. In sostanza, anche l’incarico di responsabile della Polizia municipale, di norma comparabile a quello di comandante, deve essere assegnato a un appartenente allo stesso corpo, posto alle dirette dipendenze del sindaco. Con nota dello scorso 11 gennaio, il Csa ha segnalato formalmente, al Comune come all’Autorità nazionale Anticorruzione, alla Procura cosentina, all’Ispettorato per la funzione pubblica, al Prefetto di Cosenza e ad altri, una serie di violazioni di norme di legge, chiedendo la revoca in autotutela della riferita nomina per il successivo conferimento a un appartenente al corpo di Polizia municipale, cui riconoscere, per come previsto dalla legge, le mansioni superiori per un periodo di 6 mesi prorogabili per ulteriori 6 in caso di attivazione di procedura concorsuale per la copertura del posto vacante, previa autorizzazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze dato il dissesto finanziario del municipio.
Con propria nota, la Fp della Cisl, presente alla riunione di ieri, ha nello specifico chiesto il ricorso al riconoscimento delle mansioni superiori a un appartenente della Polizia municipale e, in generale, l’utilizzo prioritario del personale Lsu-Lpu per la copertura dei posti vacanti, ove possibile la stabilizzazione. Per la responsabilità della Ragioneria comunale ci sarebbe una lavoratrice precaria, a lungo utilizzata presso il locale municipio, in possesso di laurea e master in materie economiche.
Nei prossimi giorni vedremo quale sarà, sulle due questioni riassunte, l’orientamento del Comune, che per ora sembra non essere preoccupato dalle contestazioni in corso, anche se arrivate su tavoli istituzionali importanti, compresi quelli della magistratura ordinaria e, pare, contabile.
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